La gravidanza si sa, è un turbine di emozioni, sensazioni e stati d’animo così diversi e altalenanti che spesso facciamo fatica noi stesse a comprenderci. Dal momento in cui scopri di avere in grembo un piccolo esserino il tuo cuore inizia a produrre un miscuglio di emozioni così forti che quasi scoppia: abbiamo a che fare con paura, ansia, gioia, euforia, commozione, disperazione e chi più ne ha, più ne metta. Gli ormoni iniziano ad impazzire, e con loro il tuo fisico, che cambia velocemente insieme al tuo umore.
La prima volta che sono rimasta incinta…
Io e mio marito eravamo un po’ storditi e inconsapevoli di quello che sarebbe successo, abbiamo iniziato a fantasticare su come sarebbe cambiata la nostra vita.
Una gravidanza rende tutto più roseo, eppure ci sono momenti in cui ti prende il panico.
Inizi a chiederti se sarai una buona madre e se sarai capace di accudire un cucciolo che dipende solo da te.
La mia prima gravidanza non è stata facile.
Dalla translucenza in poi mi hanno trattata come “gravidanza a rischio”; erano solo supposizioni, nessuna certezza, ma ogni mese c’erano ecografie di secondo livello da fare, con medici che non mi davano mai buone speranze. C’era sempre qualcosina che non quadrava e, nonostante io e mio marito ci facessimo forza l’un l’altro, tornare a casa con dubbi ed esiti non positivi era una tortura ogni volta.
Ho vissuto giorno per giorno, cercando di godermi il pancione e pensare il meno possibile al peggio anche se a volte era inevitabile cadere in crisi di pianto.
Devo essere sincera, una cosa mi ha aiutata davvero: la speranza; speranza che le cose andassero bene e che fosse solo un falso allarme, speranza che mi aiutava ad andare avanti e tenere duro, speranza che mi faceva vedere con altri occhi la situazione che stavo vivendo e questo mi ha aiutata a superare serenamente quei mesi.
Non l’ho fatto solo per me stessa ma soprattutto per mio figlio, perché si sa, i bimbi percepiscono gli stati d’animo della mamma.
Ebbene questa speranza non posso che chiamarla fede.
L’unica certezza che mi ha tenuto salda, forte e determinata, a non crollare ma a combattere per la vita di mio figlio.
Sapevo infatti che la sua vita non dipendeva solo da me e questa forse è la peggiore sensazione che una mamma può provare. In quei casi non puoi fare nulla per migliorare la situazione, ma solo aspettare e sperare che le cose vadano bene.
Provi un immane senso di impotenza che ti scoraggia.
Puoi solo credere che Qualcuno di più grande lassù possa intervenire e salvare tuo figlio.
E io ho sempre creduto in questo “Qualcuno”, sì, proprio in Dio. Lui mi ha aiutata ad andare avanti, a combattere contro ogni mia paura e rimanere salda e stabile sulle mie speranze.
Certo ogni notizia negativa era una bastonata, ma subito cercavo di reagire, come fosse una sorta di autodifesa, e questo faceva star meglio me e tutte le persone che con noi stavano soffrendo per questa situazione.
Sapete donne, noi abbiamo una forza sovrumana, non solo per partorire ma anche per superare i momenti duri della vita. Non sempre però ce la facciamo da sole, a volte serve quello che spesso chiamiamo “aiuto dall’alto”.
Ricordatevi che i problemi ci saranno sempre, ma è il modo in cui reagiamo che farà la differenza.
Questa mia prima gravidanza non è finita bene, ma nonostante ciò ne sono uscita vincitrice.
Vi dico solo che mio marito ha saputo starmi vicino e sostenermi con la sua immensa dolcezza e tenacia in ogni momento di quei mesi difficili, e ha scritto un libro perché possa essere di incoraggiamento per tutti quei genitori che hanno passato o stanno passando qualcosa di simile. Il libro racconta la nostra storia e quella di Nathan, il nostro primo figlio. Il libro si intitola: “Il mio primo giorno”.
Oggi sono cambiate tante cose.
Mentre vi scrivo stringo tra le braccia il mio secondo bimbo, Noah, che ha portato consolazione ai nostri cuori e che è il nostro regalo di Dio per me e mio marito.
Care amiche, ciò che mi sento di dirvi è di stare tranquille e di affidarvi con tutto il vostro cuore a Chi ha il pieno controllo delle nostre vite. Vivete serene, ne andrà della vostra salute, ma ancor più di quella del vostro bimbo. Appoggiatevi a vostro marito e superate tutto insieme, come fa una famiglia unita…
Io so che ce la potete fare!
La vostra Miry.
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