Ci sono delle patologie, come ad esempio la Leucemia, che possono essere curate con il sangue del cordone ombelicale e il sangue placentare. Per questo è importante la donazione di questo sangue.
Generalmente se ne occupano i centri trasfusionali delle varie ASL e come per la donazione di sangue non tutti possono farlo e ci sono dei parametri perché quel sangue possa essere utilizzato.
Cos’è nella pratica la donazione del sangue cordonale e come funziona.
Innanzitutto la donazione è una cosa differente rispetto alla conservazione del sangue cordonale.
Nel sangue del cordone e della placenta vi sono cellule staminali molto importanti perché sono le cellule primordiali di diverse nostre cellule del corpo, cellule che generano i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.
Normalmente dopo la nascita del bambino, il cordone viene clampato e tagliato e una volta uscita anche la placenta dall’utero materno, viene buttato via.
Si sente spesso parlare di taglio ritardato del cordone ombelicale, proprio perché questo sangue è così importante è bene aspettare a clampare e tagliare il cordone almeno qualche minuto dopo, così che il sangue contenuto nel cordone e in parte nella placenta fluisca e arrivi al bambino, anche se già nato.
Questo è possibile perché il cordone continua a pulsare per un po’ anche dopo la nascita e quindi trasporta ancora il sangue al neonato.
Questo è un regalo veramente molto importante che si fa al bambino appena nato.
La donazione di sangue cordonale prevede che, una volta clampato il cordone e tagliato, venga inserito un ago nel vaso sanguigno del cordone ombelicale e si faccia confluire il sangue in una sacca.
Questo sangue viene poi portato alla banca del sangue cordonale e verrà utilizzato per pazienti affetti da patologie che possono essere curate con il sangue cordonale o se la quantità di sangue prelevato non è sufficiente, verrà invece utilizzato per la ricerca scientifica.
E’ molto importante che si aspetti almeno qualche minuto prima di clampare il cordone anche nel caso in cui si faccia la donazione del sangue cordonale, così anche il neonato potrà beneficiare in parte di quel sangue.
La raccolta autologa del sangue invece prevede lo stesso procedimento, ma poi il sangue non viene inviato ad una banca pubblica, bensì in una banca privata e può essere conservato per un utilizzo futuro della famiglia. Su questo però non ci sono studi scientifici che avvalorano questa pratica. Infatti spesso il sangue e le cellule staminali sono più efficaci se provengono da un donatore esterno alla famiglia e non si sa se a distanza di tanti anni sia ancora utilizzabile quel sangue.
La donazione è sempre un atto altruistico che dev’essere ponderato dalla coppia e ben razionalizzato.
In ogni caso non tutti i casi sono idonei alla donazione. Generalmente durante la gravidanza se si ha l’intenzione di donare il sangue cordonale si deve chiedere informazione presto durante la gestazione: si può chiedere direttamente al reparto di ostetricia dell’ospedale più vicino e generalmente l’iter prevede il colloquio con il centro trasfusionale e la compilazione di questionari e documenti.
Questo perché non tutte le coppie sono idonee alla donazione, esattamente come avviene per la donazione di sangue venoso.
Ricordatevi infine sempre di chiedere alle ostetriche se c’è la possibilità di aspettare qualche minuto prima di clampare il cordone, come consigliano le linee guida.
Questo perché così una donna può informarsi e la coppia deciderà consapevolmente quello che vuole fare.
Alessia
La Tua Ostetrica