Amiche in dolce attesa, ben ritrovate!
Scommetto che vi chiederete spesso quali siano i campanelli d’allarme da non sottovalutare e per i quali sia opportuno recarsi a fare un controllo; mi sbaglio?!
La prima regola: non ci sono regole inviolabili
Se una futura-mamma ha dei dubbi, è sempre opportuno chiedere aiuto!
La gravidanza è una fase nuova, rivoluzionaria, non sempre pienamente comprensibile in tutti i suoi aspetti pertanto, in caso di necessità, ricordate che potete sempre contattare chi segue la vostra gravidanza (la vostra ostetrica di fiducia, il ginecologo, il consultorio) e/o recarvi alla struttura più consona per rispondere ai vostri dubbi e problemi (consultorio, ospedale, casa di maternità, ecc).
Alcuni campanelli d’allarme
Perdita delle acque
La “perdita delle acque” (o “rottura delle membrane”), impropriamente chiamata anche “rottura delle acque”, è la rottura delle due membrane che avvolgono il bambino durante la gravidanza e che delimitano il liquido amniotico.
La loro rottura necessita di accorgimenti ma, se sui grandi schermi a rottura avvenuta tutti si precipitano in ospedale per la nascita imminente, in realtà le cose non sono così strettamente correlate: si possono rompere a dilatazione completa (i famosi 10 cm di dilatazione) o prematuramente fuori travaglio o ancora durante il travaglio o, addirittura, dopo il parto (la cosiddetta “nascita con la camicia”!).
La rottura può essere eclatante (un bagno di acqua proprio come nei film) o silente e di difficile identificazione. Diciamo che non tutte le donne si accorgono di aver rotto le membrane.
Detto ciò, per verificare che sia effettivamente avvenuta la rottura delle membrane sarebbe opportuno svuotare la vescica, eseguire l’igiene intima e posizionare un assorbente bianco sullo slip. In questo modo è possibile osservare l’eventuale presenza di liquido amniotico sull’assorbente, il quale si presenterà umido.
Andare subito in ospedale sì o no?
La risposta purtroppo non è sempre la stessa: dipende!
Quando aspettare
Se l’esito del tampone (la cui esecuzione viene fatta tra la 36° e la 37° settimana) è negativo, il liquido è trasparente (come l’acqua), i movimenti del bambino sono percepibili e lo stato di salute generale è buono (assenza di febbre, perdite ematiche)… NON è necessario correre in ospedale (se non siete già in travaglio e quindi in ospedale o nel luogo prescelto, ovviamente).
Preparatevi con calma e fate una doccia (non il bagno!) e vedrete che nel frattempo potrebbe insorgere spontaneamente il travaglio; dopodiché, senza fretta, potete partire. Se dopo 24 – 36 ore dalla rottura delle membrane il travaglio non dovesse essere iniziato spontaneamente, il personale medico valuterà l’induzione e la somministrazione della terapia antibiotica.
Quando andare in ospedale
Diversamente, se il tampone fosse risultato positivo è necessario recarsi in ospedale entro 6 ore dalla rottura delle membrane, affinché sia possibile eseguire la profilassi antibiotica come da protocollo.
Attenzione, quando andare subito!
Se dopo la prova con l’assorbente, il liquido amniotico dovesse risultare di aspetto diverso dall’acqua, assumendo un colore giallo – verde, più denso, è opportuno effettuare un controllo del benessere materno-fetale.
La stessa necessità occorre qualora, in concomitanza con la rottura delle membrane, la donna dovesse manifestare febbre (temperatura corporea ≥ 38° C), mancata percezione dei movimenti del bambino, perdite ematiche, malessere generale.
Approfondimento sul tampone
Perché il tampone si fa a 36 – 37 settimane? Lo streptococco beta emolitico è un microorganismo che abita gli organi pelvici di molte donne, non procura problemi né infezioni e non necessita di trattamento. Essendo asintomatico, le donne positive al tampone spesso non sono a conoscenza di questo aspetto e, se non ci fosse il rischio di contaminazione del neonato, sarebbe per loro innocuo. Non è necessario somministrare terapie in gravidanza, ma è importante attivarsi con una terapia antibiotica adeguata durante il travaglio ed è per questo che è sempre buono che la donna in travaglio comunichi sempre ciò all’ostetrica e/o al medico presente.
Sperando che questo argomento possa aver suscitato il vostro interesse,
con affetto
Elisa, ostetrica
Bibliografia:
- World Health Organization. WHO recommendations: Intrapartum care for a positive childbirth experience. Ginevra, 2018
- Nascere in Casa – Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità. Linee Guida di assistenza al travaglio e parto fisiologico a domicilio e casa maternità. 2017
- De Souza A, Minebois H, Luc A, Bertholdt C, Morel O, Callec R. Stained amniotic fluid and meconium amniotic fluid: Should they change our obstetric management? Gynecol Obstet Fertil Senol, Elseiver. 2018
- Costantini W, Calistri D. Ostetrica Vol. 2 – La fisiologia della donna: realtà e confini. Piccin, 2013
- Spandrio R, Regalia A, Bestetti G. Fisiologia della nascita – Dai prodromi al post partum. Carocci, 2014