Quante non sanno bene come rispondere alla domanda: “Che lavoro fai?”. Spesso si risponde semplicemente indicando il ruolo lavorativo in cui siamo impiegati, dentro di noi però parte inesorabile l’elenco delle numerose attività familiari facilmente riassumibili se dicessimo: “Faccio la mamma”.
Se però rispondessimo così, la sensazione è che questo ruolo non sia visto come un vero e proprio lavoro e la prova sta nell’espressione di chi ci ha posto la domanda che, deluso, finisce per guardarci con aria di superiorità quasi a voler dire: “Ah sei casalinga!”.
“No! Perchè OLTRE a fare la mamma, mi dimeno anche in un lavoro full time per portare a casa la pagnotta” .
Risposta schietta e acida, lo so, ma parliamoci chiaro, se lo pensa una donnina senza figli, la cui vita è “palestra-lavoro-vita sociale”, si può quasi sorridere beffardamente pensando che prima o poi arriverà anche il suo turno. Ma se ha pensarlo o malauguratamente a dirlo è un uomo, allora partiranno fuoco e fiamme, perchè le ire funeste di una donna, mamma, in carriera, non potranno essere facilmente placate.
Sappiamo tutti che fare la mamma è uno dei mestieri più duri al mondo. Non è un lavoro full time, ma over time, perchè non si esaurisce nelle “canoniche” 8 ore come un altro qualsiasi lavoro: noi mamme viviamo di straordinari e, diciamolo, non sono quasi mai retribuiti. Che poi, la “retribuzione” per una mamma è un sorriso, un abbraccio, un progresso fatto dopo tanta attesa e cose di questo genere, preziose certo, ma ben lontane dallo “stipendio” classico con cui la gente campa.
Eppure nel curriculum di noi mamme non mettiamo mai nulla che identifichi questo nostro duro lavoro, né lo elenchiamo quando ce lo domandano, cadendo forse nell’errato maschilista pensiero che “essere mamme è normale routine”. NORMALE?!
Lavare, stirare, preparare da mangiare, cambiare pannolini, rincuorare, cullare, far fare i compiti, portarli in piascina, vestirli, accudirli e chi più ne ha più ne metta, non è cosa affatto facile, anche perchè spesso ci ritroviamo a fare i compiti appena elencati anche simultaneamente. Non significa questo essere “multitasking”? Perchè quindi tutte queste abilità non devono essere elencate all’interno del nostro preziosissimo curriculum vitae? Sono forse meno qualificanti delle competenze di un manager che comunque dopo le sue 8 ore di lavoro timbra e va a riposarsi a casina? Non credo proprio!
Quindi care amiche mamme, non c’è nessuna buona ragione per cui non dobbiamo inserire nel nostro curriculum uno o più termini che meglio identificano questo nostro ruolo. Siamo mamme, mica roba da niente!
“Faccio la mamma” ecco 15 termini per esprimerlo:
- Manager domestica (Pulizie ne abbiamo?)
- Family chef (Visto che ormai va di gran moda master chef e via dicendo…)
- Specialista riparatore di giocattoli (Sempre non lo faccia vostro marito)
- Cantastorie (spesso anche con turni notturni)
- Educatore sessuale (In età adolescenziale non c’è da scherzare…)
- Sentinella, bagnino e vigile stradale (Non abbiamo occhi, noi mamme abbiamo radar!)
- Personal Shopper & fashion stylist (Chi è che veste tutta la famiglia, marito compreso?!)
- Professoressa (Credevate voi di non riaprire più neanche un libro eh!)
- Psicologo infantile (Chi l’ha detto solo gli adolescenti hanno le crisi?)
- Igienista dentale (Laviamo i dentini!!!!!)
- Agente dei servizi segreti (Con un figlio adolescente, la regola è “indagare senza farti sgamare!)
- Birthday party planner (Crea più eventi una mamma di un PR in discoteca!)
- Family CEO. (Nessun commento per piacere…)
- Infermiera (maneggiamo più farmaci noi di un dottore!)
- MAMMA POPPINS (il sunto dei 14 punti sopra ☺)
In quale di questi “titoli” vi riconoscete di più? Io vorrei poter dire “personal shopper”, compito che assolvo molto volentieri, ma la verità è che sono un po’ tutte le cose di questo elenco ecco perchè mi ritengo una Mamma Poppins.
Sapete una cosa? Credo andrò ad aggiornare il mio CV e relativo profilo Linkedin, perchè questi skills vanno decisamente riconosciuti!
Baci.
Dalla vostra
Super skillata Magne Poppins.