[Post in collaborazione con Rio Mare]
“Chi non rispetta la natura non piglia pesci”
Onestamente vi dico che non sono mai stata molto attenta ai problemi “più grossi di me”, mi sono sempre limitata a seguire i buoni insegnamenti dei miei genitori, quelli semplici e basici tipo “Non buttare le cose per terra”, “chiudi l’acqua”, “spegni la luce” o ancora quelli un pochino più complessi di quando abbiamo iniziato a fare la raccolta differenziata.
Ogni volta però che mi capitava di vedere qualche programma in televisione sulle minacce a cui è sottoposta la natura, mi sono sempre sentita piuttosto impotente e –a volte- ahimè indifferente.
Cosa potrei fare io se in ballo c’è tutto il genere umano?
Un punto di vista differente.
Di recente ho avuto l’occasione di vedere un video in cui la protagonista è una bambina e, da mamma, non ho potuto non pensare ai miei figli.
Così, grazie ad un semplice video, ho avuto modo di approfondire la questione “oceano” e ho scoperto quanto noi consumatori possiamo davvero fare la differenza: con il nostro carrello della spesa, decidiamo il futuro dei nostri oceani. Ci avete mai pensato? Io no.
Il progetto, a cura di Rio Mare e WWF, è stato proprio chiamato “Insieme per gli Oceani” perché la differenza lo fa l’“insieme”.
Cosa ho scoperto che prima ignoravo
Pesca Sostenibile.
Sapevate che in Europa ognuno di noi mangia in media circa 23 kg di pesce all’anno? Tutti i nutrizionisti suggeriscono di mangiarlo e, in effetti, il pesce fa bene alla nostra salute.
La domanda è: “dobbiamo rinunciarci per il nostro futuro?”
No, non dobbiamo assolutamente rinunciarci; piuttosto imparare a scegliere bene quale comprare.
Questo vuol dire parlare di pesca sostenibile.
Come scegliere il pesce
Se non dobbiamo rinunciarci, ma dobbiamo solo imparare a sceglierlo…allora, quali prodotti ittici prendere? Semplice, quelli pescati in modo sostenibile.
Arriviamo alla domanda clou: cosa significa pesca sostenibile?
Per essere concise significa queste tre cose:
- Pescare in stock in salute (gli stock sono i banchi di pesce)
- Utilizzare un metodo di pesca non invasivo
- Pescare in luoghi controllati e regolamentati
Consigli per noi consumatori
Ho scoperto che, per assicurarci che ciò che stiamo comprando sia davvero stato pescato nel modo giusto, possiamo osservare se la confezione del prodotto ha il marchio MSC che è sinonimo di garanzia di pesca sostenibile.
In più, WWF ha pubblicato su pescesostenibile.wwf.it una classifica che riporta un semplice semaforo su tutti i pesci che maggiormente vengono consumati, così da poter verificare quelli che compriamo noi.
Si scoprono cose incredibili!
Io, ad esempio, ho scoperto che è meglio non scegliere anguilla, cernia o verdesca; non perché non siano buone, ma perché gli stock non sono in buona salute e i metodi di pesca utilizzati sono estremamente invasivi.
L’orata, che tutti amiamo in Italia, è da comprare con parsimonia, mentre possiamo fare grandi scorpacciate di Alici proveniente dall’Atlantico Nord – orientale. Queste e molte altre informazioni si possono trovare sempre sul sito pescesostenibile.wwf.it del WWF.
Insomma, sembrano questioni più grandi di noi, forse finché non decidiamo di interessarcene davvero.
Affidiamoci alle indicazioni del WWF e scopriremo anche le aziende più serie impegnate in questa battaglia.
Io ad esempio solitamente acquisto prodotti del marchio Rio Mare, perciò sono andata a verificare e ho scoperto che questa azienda da anni promuove la pesca sostenibile. Ovviamente la cosa mi ha sollevata!
Parliamo delle famose scatolette di tonno… pensate che ne vengono prodotte 3 milioni al giorno e, per ognuna di esse, Rio Mare è in grado di tracciarne il dna: dove è stato pescato, in che data… fino a poter dire quasi il nome del pescatore!
Insomma, trasparenza e affidabilità sono ciò di cui abbiamo bisogno.
Al loro impegno, aggiungiamo il nostro.
Non avremo cambiato le sorti di questo mondo, ma avremo sicuramente dato una mano.