Nella vita di una donna la gravidanza è una fase che porta con sé molti cambiamenti: fisici, psico-emotivi e socio-ambientali.
Il post-parto è una situazione peculiare che necessita di nuovi equilibri e vede il proprio “sé” riorganizzato.
Cos’è il baby-blues?
Nei primi giorni dopo il parto la donna va incontro a nuovi cambiamenti:
- ormonali rispetto allo stato gravidico
- emotivi e sociali: dalla separazione fisica dal proprio bambino al suo primo incontro, dall’essere donna ad assumere contemporaneamente anche il ruolo di madre
L’arrivo di un bebè suscita nei genitori una serie di preoccupazioni relative alle loro capacità di accoglierlo, di nutrirlo, di educarlo, generando fantasmi di inadeguatezza, ansie e paure. È in questi momenti che la neomamma può sperimentare il baby-blues, una forma di depressione leggera, una malinconia, che viene vissuta dal 70% delle donne pochi giorni dopo aver partorito.
Sintomi
Il baby-blues ha un‘evoluzione benigna e rapida, si risolve spontaneamente entro 10-15 giorni, e presenta una sintomatologia varia come:
- instabilità emotiva,
- facilità al pianto,
- ansia,
- irritabilità,
- confusione,
- senso di inadeguatezza,
- cefalea,
- insonnia e
- sentimenti negativi verso il neonato.
Vediamo piano piano i punti più critici.
Sensazione di inadeguatezza
Nella neomamma emerge il bisogno di conferme; la mamma tende a sentirsi sempre inadeguata nell’accudimento.
Si aggiunga il fatto che, nel frattempo, il bambino chiede incessantemente, in modo particolare alla madre, suo primo contatto e primo legame: da lei dipende per le cure e per la soddisfazione dei suoi bisogni, per lei prova una cieca fiducia.
La domanda del bebè è espressa tramite il pianto e il timore della mamma è proprio quello di non riuscire a capire i suoi bisogni, in modo particolare quando il pianto è ripetitivo e appare inconsolabile.
Cosa chiede il bambino?
Care mamme, sappiate che quello che il vostro bimbo sta cercando di esprimere possono essere due cose differenti:
- da una parte la richiesta del suo organismo (fame, sonno, igiene) e
- dall’altra parte la richiesta di amore, di contatto, di contenimento.
È importante credere nelle proprie capacità, nel ruolo che si ha assunto, così come nella nuova famiglia che sta sbocciando e fiorendo; non ci dovrebbe essere spazio per critiche o per atteggiamenti/osservazioni di parenti, zie, amici o presunti consiglieri che possano indurre nella madre sensazioni di inadeguatezza.
Certo, i consigli possono essere utili, ma non devono essere imposizioni o tentativi di far sentire i neo genitori “sbagliati”.
Voi siete i genitori ideali per vostro figlio.
Aspettative e realtà
Nei primi giorni di puerperio entra in gioco un’altra cosa: la madre durante la gravidanza “immagina” il suo bambino: lo interpreta prima che venga al mondo, lo interpreta non appena lo vede, lo interpreta per tutta la vita, sia quando il bambino è immaginato sia quando è lì, reale, ma il bambino, di cui si è immaginato a priori l’aspetto e il carattere e a cui gli si è scelto già il nome, entrerà a far parte del mondo fatto di aspettative dei genitori così come lui è in realtà.
Il bambino “immaginario” che i genitori attendono non sarà mai il bambino che verrà al mondo ed è buono che i futuri mamma e papà siano pronti a questa probabilità per evitare qualsiasi “trauma” possibile.
Amore a prima vista
Non è detto che tutte le mamme percepiscano al primo istante il cosiddetto “istinto materno”; alcune addirittura nutrono dei sentimenti negativi: queste sensazioni rientrano tra le normali manifestazioni tipiche del baby-blues e non sono da condannare, bensì da comprendere.
Significativo può essere lo scontro tra bambino immaginario e bambino reale, ma di rilevante importanza può essere il fatto che molte madri necessitano di tempo per conoscersi, per far proprio il nuovo ruolo assunto, per creare un legame con loro figlio, ed è giusto che questi tempi vengano rispettati e accolti.
“Terapia”
Negare queste sensazioni può far scivolare l’”innocuo” baby-blues in situazioni più complicate.
A differenza della depressione post-partum, una donna con baby-blues non necessita di terapia, bensì di rassicurazioni sulla sua adeguatezza al nuovo stato di madre, favorendo il legame con il neonato e lo sbocciare della nuova famiglia.
Il baby-blues può quindi essere inteso come un normale e fisiologico adattamento alla nascita.
Non sono necessari farmaci, così come non sono necessarie le critiche, i giudizi e le accuse nei confronti dei neo-genitori; forniamo loro sostegno, aiuto in casa nelle faccende quotidiane (se richiesto), amore, rispetto, e onoriamo questa nuova famiglia creatasi.
Con affetto,
Elisa
Ciao a tutti, sono Elisa, l’ostetrica amica di Mammapoppins.
Ogni MammaPoppins ha avuto o avrà contatti con una figura ostetrica, e per questo ho scelto di raccontarvi qualche pillola e consiglio del mestiere, sperando possa esservi utile.