Lo school bus giallo è un pò un simbolo della scuola americana. Io non lo avevo mai visto di persona ma solo nei film e nei cartoni animati americani.
Quando siamo arrivati negli Stati Uniti, in Virginia per l’esattezza, tre anni fa, sapevo che avremmo dovuto affrontare tante difficoltà, imparare a confrontarci con le novità e soprattutto con le differenze di un Paese sconosciuto.
Giulia aveva 6 anni e Nicole 4, la scuola sarebbe iniziata a breve.
Mi avevano detto che la scuola, negli Stati Uniti, inizia molto presto, in alcuni Stati addirittura ad Agosto. Fu proprio così: Giulia iniziò il second grade il 2 Settembre, in una scuola pubblica americana, la più vicina a casa nostra.
Criterio di scelta della scuola
Il criterio di appartenenza ad una determinata scuola funziona un pò come da noi in Italia: puoi frequentare la scuola più vicina alla casa in cui si risiede, bisogna necessariamente provare la residenza con un documento di affitto, di compravendita o semplicemente una bolletta dei consumi! Pensate che ogni scuola ha un punteggio da uno a dieci e i prezzi delle case variano proprio in base al livello della scuola: piu il punteggio e’alto e piu’ il costo delle case vicine e’ alto (insomma le famiglie benestanti hanno belle case ed ottime scuole).
Le vaccinazioni
I vaccini erano obbligatori e qui vaccinano per tutto, anche solo per l’aria fritta, le mie bimbe per fortuna erano ok con i vaccini Italiani! In questa scuola pubblica i bimbi non vaccinati non possono essere iscritti.
OPEN DAY
Una settimana circa prima che iniziasse il nuovo anno scolastico, la scuola riceve genitori ed alunni con un open school: la preside e la vicepreside all’ingresso, con un mega sorriso stampato sul volto, direzionano le famiglie verso le aule assegnate a ciascun bimbo, in cui le maestre aspettano ansiose di scoprire con chi trascorreranno un nuovo anno scolastico.
Come funziona la scuola pubblica
La scuola pubblica in America inizia a 5 anni, prima bisogna rivolgersi solo a strutture private ( costano tantissimo) o alle Chiese che sono molto ben organizzate ed offrono vere e proprie scuole a costi molto piu’ sostenibili. Il primo anno di scuola pubblica si chiama Kindergarten.
Cosa si impara
Durante questo anno il bambino impara le “regole per eccellenza”. C’è un grande impegno da parte degli insegnanti del Kindergarten per inculcare al bambino di 5 anni come ci si comporta nella scuola e nella società in generale:
non ci si tocca each other, il corpo è una cosa personale, neanche per scherzare o farsi il solletico, ognuno deve avere il proprio spazio personale, quindi non ci si avvicina mai troppo agli altri,
non si alza la voce,
nel corridoio si cammina in fila indiana ed ognuno ha un posto nella fila che conserverà per tutto l’anno. Non si oscilla con le braccia nel corridoio, non si saltella, si rasenta il muro, ad ogni angolo ci si ferma per dare la precedenza ad un’altra classe che eventualmente sta arrivando.
Si rispettano i compagni e gli insegnanti, chiedendo scusa e se proprio succede qualche scaramuccia, i bambini interessati vengono accompagnati dalla preside e alla presenza di una sorta di psicologo infantile che è sempre presente nella scuola, ricevono un bel “brain wash” sull’importanza del rispetto delle regole.
Com’è strutturata la scuola
La scuola ha un parco giochi, su un prato verde, con tante giostrine. Il playground è diviso in due o più aree per età e, se per caso, un bimbo cade e si fa una “bubu” come dicono qui i bimbi, vengono accompagnati dalla nurse, in infermeria, dove un’infermiera con la divisa di winnie the phoo li accoglie e si prende cura di loro (senza toccarli troppo però eh).
Se un bimbo ha un piccolo incidente e non fa in tempo a correre in bagno e si bagna i vestitini? Si va in infermeria e, se il bimbo ha un cambio extra nello zaino, la nurse lo invita ad entrare nel bagnetto dell’infermeria e, rigorosamente a porta chiusa, lei da fuori guida il bimbo a cambiarsi (nessuno può vedere le “parti intime”).
Ma vediamo come ci si organizza per un nuovo anno scolastico in una scuola pubblica elementare americana.
Cosa serve?
Prima cosa di cui bisogna occuparsi è: sopravvivere alla lista di “supplies” che ciascuna scuola sceglie per i propri alunni.
La lista, pensate un pò, si trova comodamente nelle grandi catene, tipo Walmart, Target, stampata e disposta all’ingresso della zona “back to school” in un espositore. Basta scegliere quella della propria scuola di appartenenza.
Inizia la ricerca di: highlighter, sharpener, blinder, shits, eraser…
Potete immaginare il primo anno, appena arrivati qui, quanto tempo abbia impiegato solo a tradurre parola per parola e a capire di che cosa si trattava.
E’ tutto completamente diverso. Si portano anche salviette umidificate, fazzolettini, ziplock, i famosissimi sacchetti di plastica con la chiusura a zip. Si porta tutto l’occorrente all’open school, una sola volta l’anno, le maestre dispongono in classe grandi scatole di plastica con un’ etichetta che ne indica il contenuto ed i bimbi, con i genitori, provvedono a distribuire il materiale di uso comune (fazzolettini, salviette, ziplock) mentre il materiale personale, quindi colori, pennarelli, quaderni, vengono messi in parte sotto il banchetto di ciascun bimbo ed in parte negli armadetti.
Gli insegnanti?
Giovanissimi! Mai visti insegnanti così giovani e validi! La maestra di Giulia ha 29 anni! Ci sono insegnanti più grandi di età, tutti ancora con un grande entusiasmo e in più tanta, tanta esperienza.
Gli insegnanti non alzano mai la voce, nessuno alza mai la voce, è regola!
Inizia la giornata!
Arrivano gli school bus, operazione da FBI: parcheggio nel retro riservato solo al dropp off/on, guidato da signore munite da radiolina trasmittente!
I bimbi, scesi dallo school bus, vanno direttamente nelle proprie classi. Ci sono collaboratori ad ogni angolo che aiutano i bimbi ad orientarsi e gli indicano la direzione giusta.
In classe l’insegnante aspetta, mentre ritaglia gia’ decine e decine di fogli: usano una quantità infinita di carta, ritagliano, stampano, incollano e, pensate, che molti genitori si portano materiale da ritagliare a casa per aiutare gli insegnanti!
Fermi tutti, voce dall’altoparlante, prima di iniziare le attivita’, tutti in piedi, con la mano sul cuore, per cantare l’inno d’America, trasmesso dall’altoparlante in tutte le classi ed uffici. Momento di cui i bimbi imparano ad averne rispetto fin da piccolissimi.
Dopo l’inno ecco che su un grande screen i bimbi del team del morning show trasmettono le notizie del giorno: curiosita’, attivita’ scolastiche, menu’ del giorno e le previsioni meteo! (Giulia era un’annunciatrice del tg).
Il bambino cambia classe ed insegnante ogni anno. Secondo loro cio’consente ai bambini di conoscersi un po’ tutti. All’inizio ero un po’ critica su questo sistema perche’ pensavo che un solo anno non sia abbastanza per instaurare rapporti di amicizia profondi, di quelli in cui ci si conosce bene, si diventa amici o nemici per la pelle, di cui ci si ricorda per tutta la vita come “il mio amico storico delle elementari”. Con il tempo ho capito meglio e questo sistema rappresenta molto la loro societa’… continuo a preferire il nostro sotto questo aspetto; preferisco i rapporti che vanno in profondita’, in cui si ha il tempo di conoscersi, di apprezzarsi, di creare legami che potrebbero durare per sempre e che potrebbero creare ricordi indelebili sia con gli amici che con gli insegnanti.
Iniziano le lezioni: solitamente i bimbi lavorano in piccoli gruppi e poi c’è il lavoro individuale.
Gli insegnanti del Kindergarten (scuola dell’infanzia), del primo e del secondo grado, hanno sempre un collaboratore in classe che aiuta nello svolgimento del lavoro.
Le attività e il lunch
Musica, library, educazione fisica, arte…oltre alle attività didattiche tradizionali, venti minuti per un veloce lunch nella caffetteria, dove i bimbi possono godersi il loro peanut butter and jelly sandwich o affidarsi al menù del giorno che di solito offre hamburgers, hot dog, chicken nuggets, tacos, sloppy joe e non dimentichiamo di scegliere il latte bianco, alla fragola o al cioccolato? Ogni bimbo con il proprio vassoio, compone il proprio pasto, passando dal bancone in cui signore sorridenti riempiono la loro vaschetta divisa per scomparti! Ogni classe ha dei tavoli assegnati. La maestra lascia i suoi bimbi nelle mani delle “signore con il grembiule” addette alla caffetteria, pronte ad asciugare acqua versata per sbaglio o ad aprire pacchetti di chips; basta alzare una manina e loro, attente come sentinelle, corrono in aiuto.
“Tu hai le patatine oggi, mmm che buone, mi è venuta una voglia, io non ce le ho!” Eh no, cari bambini, vietatissimo condividere il proprio cibo, mai toccare o scambiare cibo tra compagni fino alle scuole medie!
Si sta alzando un pò troppo il volume della voce e in questa enorme e ultra colorata stanzona c’è troppo chiasso?! Una delle signore col grembiule si dirige verso l’interruttore della luce. Ma che fa? Spegne la luce… silenzio improvviso! Discorsetto in cui si invitano i bimbi a mangiare perchè si ha poco tempo e perchè è pericoloso mangiare e parlare nello stesso momento, precisando le conseguenze! I bimbi si rimettono a mangiare e a chiacchierare a voce più bassa.
Mamma e papa’ hanno un’ora di buco al lavoro? si può andare in caffetteria e si pranza con il proprio pargoletto al tavolo riservato per genitori e bimbi (eravamo sempre pochissimi ad usufruire di questo tempo speciale genitori/bimbi).
Il lauto pasto è finito: la classe, da sola, si mette in fila, ognuno sa il proprio posto e aspetta la maestra che intanto e’ nella stanza insegnanti a riprendere un pò di energie… la giornata non è ancora finita. Arriva, fa un cenno con la testa e senza dire una parola, inizia a camminare dirigendosi verso la classe, con una sazia e silenziosa fila indiana di bimbi!
Vi sembra un’accademia militare? Dalle regole che hanno l’ho pensato anch’io ma, credetemi, l’atmosfera è tutt’altra che quella di un’accademia. Sorrisi, serenità, tanta dolcezza, rispetto, colori, allegria… tutti conoscono tutti e si salutano, silenziosamente si, senza urlare, si, abbracciandosi toccandosi solo con una spalla di lato si, ma si respira una bellissima aria!
All’improvviso suona un allarme… oh oh cosa sarà successo?
I bimbi scattano sapientemente e si rifugiano sotto i banchi, oppure no, questa volta, si nascondono dentro una porta segreta, dietro una enorme cartina geografica, non l’avevo mai vista quella porta e… no, non ci posso credere, si sbuca fuori, nel giardino laterale della scuola e ci sono già due macchine della polizia e un camion dei vigili del fuoco. Che succede? Per fortuna niente, è solo un’esercitazione improvvisa ma i bimbi non sanno mai se sta succedendo qualcosa o se è solo una prova, loro si attivano come da manuale!
Ma vi rendete conto? Per cosa si preparano? Per tutti i disastri naturali e non, immaginabili ed inimmaginabili. La Preside annuncia all’altoparlante: Fire drill, se c’è un incendio o lock down drill se un personaggio pericoloso ed armato si è introdotto nella scuola. Tutti sanno esattamente cosa fare! Io, la prima volta che vidi questa scena ero atterrita e nel panico… l’unica!
Ore 3.17 del pomeriggio, la giornata e’ finita, gli school bus gialli sono già pronti nel parking lot per accogliere i bimbi e riportarli a casa.
La nostra bus driver, Miss Joicy, dolcissima e very strong lady, me le ha riportate a casa per tre anni, davanti la porta di casa.
Fuori dagli schemi – dopo la scuola
Bisogna cenare presto, ancor prima del solito (di solito si cena alle 5.30) perche’ stasera c’e una school night: si ritorna tutti a scuola, in compagnia di genitori, fratelli e sorelle, forse si va nella library per una book fair, o no c’e un movie night, o forse una vera festa, un Carnival, no stasera si va tutt a scuola in pigiama, per ridere, rendersi un po’ buffi ed insegnare ai bimbi che e’ giusto rispettare le regole ma che ogni tanto bisogna non prendersi troppo sul serio… soprattutto noi adulti!
Annalisa