Trasferirsi in un Paese straniero implica per forza di cose dover conoscere o imparare una nuova lingua.
Nel nostro caso le lingue da parlare sono due: l’inglese e lo spagnolo.
Perché due lingue?
Perché in questa zona della Spagna, la Costa del Sol, vivono e lavorano moltissime persone che spagnole non sono ma che provengono da nord Europa, Russia e soprattutto dall’Inghilterra. La presenza di tanti stranieri implica che ovunque, dai negozi, agli ospedali, agli uffici tutti sappiano parlare inglese ed altra particolarità, sul territorio ci sono tantissime scuole internazionali a curriculum britannico.
Non nego che una delle mie preoccupazioni prima di partire riguardasse proprio la reazione de i bambini di fronte al multilinguismo.
So che i bambini sono “spugne” ed assorbono tutto molto più velocemente di noi adulti, ma quando ci siamo trovati di fronte alla scelta della scuola, qualche timore l’ho avuto pensando di lasciare i bambini tutto il giorno in mezzo a persone nuove che parlavano una lingua per loro incomprensibile.
Ovviamente i bambini mi hanno stupita oltre l’immaginabile.
La scelta della scuola
Al nostro arrivo in Spagna abbiamo deciso di iscrivere a scuola Miss Chat (soprannome di Ludovica) subito, anche se l’anno scolastico era in corso, per darle la possibilità di familiarizzare con insegnanti e lingue al più presto. Abbiamo scelto una scuola internazionale a curriculum inglese nella quale ogni giorno si pratica anche un’ora di spagnolo.
La nostra fortuna è stata che una delle maestre fosse di origine italiana e questo dettaglio non da poco mi ha subito fatto rilassare. Infatti, pur parlandole e rispondendole esclusivamente in inglese le ha dato la possibilità di potersi esprimere in italiano ed il fatto di essere capita credo abbia agevolato il suo apprendimento della lingua.
Devo dire che Miss Chat ha una particolare predisposizione alla chiacchiera, come dice il soprannome e, pur di parlare, una lingua vale l’altra; difatti dopo pochi mesi ha iniziato ad esprimersi e soprattutto a capire sia la lingua inglese che spagnola senza grossi problemi.
Come reagiscono i bambini
Certo inizialmente è stato per lei piuttosto stancante e frustrante ed al ritorno da scuola era spesso affaticata, ma vi assicuro che in poco tempo le è venuto naturale parlare in entrambe le lingue correntemente e la cosa divertente è che ha un perfetto accento sia inglese sia spagnolo (più andaluso che spagnolo e questo è meno divertente perché l’andaluso è come una cantilena e quando la sento parlare non posso fare a meno di sorridere).
In quale lingua parlare a casa
In casa noi continuiamo a mantenere vivo l’italiano, ed anche lei lo utilizza nella maggior parte dei casi anche se spesso le viene molto naturale parlarci in inglese, o creando un mix tra le due lingue che spesso è esilarante.
E attenzione, io devo stare attenta a come rispondo perché se sbaglio a pronunciare qualche parola vengo subito bacchettata!
Aiuti per imparare le lingue
Cartoni o libri da leggere si alternano tra spagnolo ed inglese a seconda del livello di stanchezza dei bambini. Ho notato che verso sera preferiscono guardare i cartoni in spagnolo perché al nostro orecchio italiano, chiamiamolo così, è di più semplice comprensione. Insomma faccio decidere a loro perché ho visto che ormai riescono con facilità a passare da una lingua all’altra e ne ho conferma ogni giorno quando a seconda dell’interlocutore che si trovano davanti rispondono senza esitazione nella lingua giusta.
Anzi talvolta le difficoltà maggiori le abbiamo con l’italiano che qualcuno inizia a dimenticare nonostante tutto.
I più piccoli
Se per Miss Chat il problema lingue è stato superato con agilità è un po’ differente il discorso per il fratellino detto il Biondo.
Quando siamo arrivati in Spagna aveva compiuto un anno da pochi giorni e stava iniziando con molta, moltissima calma a dire le prime parole. Lui, al contrario della sorella non è andato subito a scuola e quindi a parte per i cartoni animati che comunque all’epoca non gli interessavano granché, non si è scontrato immediatamente con il problema della lingua.
Ho notato che quando gioca con sua sorella, quest’ultima utilizza con lui un vocabolario misto. Gli si rivolge sia in inglese sia in italiano e credo dipenda da quello che per lei risulta più semplice da dire in quel momento.
Quando nel settembre scorso lo abbiamo iscritto alla guardería (il nome spagnolo che indica il nido) le mie preoccupazioni erano le stesse provate per la sorella con l’aggiunta del fatto che lui a parte “mamma” e “papà” non dicesse niente altro. Ma abbiamo scelto comunque di iscriverlo subito per aiutarlo a prendere confidenza al più presto con la nuova lingua.
L’inserimento e le splendide maestre lo hanno aiutato molto ed ora, pur dicendo sempre pochissime parole, comprende lo spagnolo e riconosce le parole base in entrambe le lingue. Il suo vocabolario ristretto è un po’ confuso al momento e mixa più idiomi. Per i saluti predilige lo spagnolo con “Hola e Adios”, e al posto di dire -sì – preferisce dire “Da” alla russa, e questo credo sia dovuto ai numerosi compagni di asilo, russi, per l’appunto.
Certo presumo che al momento sia un po’ confuso e probabilmente a settembre lo sarà ancor di più visto che frequenterà la stessa scuola della sorella, ma per la nostra esperienza e quella di chi come noi sta crescendo i figli in un Paese diverso da quello di origine, pian piano inizierà a parlare in maniera fluente senza alcuno sforzo.
Conclusioni
Dare la possibilità ai nostri figli del multilinguismo crescendoli in una realtà multiculturale credo sia uno dei regali più belli che, nonostante tutte le fatiche e le difficoltà, abbiamo potuto fare loro come genitori. In fondo questo cambio di vita lo abbiamo fatto principalmente per loro.
Sara