Caro Babbo Natale,mi chiamo Giacomo, ho quasi 10 anni e sono figlio di genitori separati.
Il mio Papà è andato via da casa 8 mesi fa e adesso vive in un nuovo appartamento, piccolo ma carino. Ho una sorellina di 6 anni. Abbiamo sofferto entrambi per la separazione dei nostri genitori, lei però si tiene tutto dentro e non parla di come si sente. Credo per non far preoccupare la mamma, che spesso è nervosa perché deve fare tutto da sola.
A scuola ho sentito dire che probabilmente Tu non esisti. Me lo ha detto il mio amico Mattia. Anche i suoi genitori si sono separati e poi hanno divorziato. Mi ha raccontato che il Natale per lui è il momento più brutto di tutto l’anno, che i regali sono aumentati, ma lo spirito è molto diverso da prima, quando erano uniti e tutti insieme a festeggiare.
La cosa che più lo fa soffrire è la mattina del 25 dicembre. Non corre più dalla camera al salotto per vedere se ci sono i regali sotto all’albero, ma va dalla sua mamma. Sa che quel giorno il papà lo vedrà solo grazie al cellulare, perché i suoi genitori ora vivono in città diverse.
Questo per me sarà il primo Natale da figlio di separati e non so quello che mi toccherà, però mi conforta il fatto che papà viva nella mia stessa città. A Te posso dirlo, tra me e me spero ancora che i miei genitori decidano di passare la giornata tutti insieme, come abbiamo sempre fatto.
Sai, tante volte ho pensato che se mia sorella ed io ci fossimo comportati meglio, tutto questo non sarebbe successo. La mamma e il papà però hanno detto che noi non abbiamo assolutamente nessuna colpa. Me lo hanno ripetuto un sacco di volte e alla fine ho deciso di credergli, perché è forse una delle poche volte in cui li ho sentiti uniti e d’accordo.
Durante questi mesi il rapporto col mio papà è migliorato. Quando stava a casa con noi, la sera diceva spesso di essere stanco e di non avere la forza di giocare con me. Adesso ha pure comprato le porte da mettere in giardino per giocare a pallone! Certo quando succede mia sorella non impazzisce di gioia, ma non si lamenta poi così tanto. Nelle nuove situazioni si impara a conoscersi sempre un pochino di più.
Insomma caro Babbo Natale, ti scrivo perché vorrei che tu mi aiutassi.
Soprattutto per mia sorella che fa tanta fatica e quando soffre si chiude in se stessa. Non mi ero mai accorto che fossimo così diversi! Quindi ho bisogno di te per farle un regalo speciale.
Potresti scriverle una lettera e raccontarle che esistono bambini di genitori separati che riescono a ridere la mattina di Natale?!? Io ho già provato a dirglielo, ma non mi crede, dice che sono un “racconta storie” e che me lo invento!
Invece non è vero, me lo ha detto la mia amica Giulia. Lei a Natale i regali li scarta con tutti e due i genitori anche se sono separati!
Se mia sorella riceverà la tua lettera saprò che esisti, ma tutto sommato a me va bene anche se la scrive la mamma, anzi magari scrivendola si convincerà anche lei che si può essere sereni in tanti altri modi che prima ci sembravano impossibili.
Cari Genitori,
in questa lettera a Babbo Natale ho cercato di suggerire una riflessione, raccontando le vicende di una realtà adulta attraverso gli occhi di un bambino.
Il mio consiglio per i giorni delle feste, qualora ci siano delle divisioni in famiglia, è quello di ricordare quanto cari davvero potete essere per i vostri ragazzi. Quanto il vostro contributo possa essere prezioso, nel dare precedenza alla loro serenità piuttosto che ai contrasti, magari all’orgoglio.
Aldilà delle vostre “ragioni”, il regalo più grande ai vostri figli potete farlo proprio voi, insieme agli altri membri adulti della famiglia. Evitate le scelte, gli aut/aut, gli schieramenti. Avete deciso del vostro percorso da adulti, ma la scelta può e deve essere fatta vivere con mitezza e delicatezza ai bambini.
Essendo Mamme e Papà, amando i vostri figli, sapete che ben oltre l’infanzia e Babbo Natale, il vostro legame durerà per tutta la vita. Magari loro ancora non lo sanno, ma siete Voi i migliori, più splendenti e puntuali “Babbo Natale” nelle vite dei vostri bambini. Tenetelo a mente e vedrete che sarà non dico facile, ma magari un po’ più semplice, per tutti.
Buone Feste,
Dott.ssa Erica Petrucciani, pedagogista