Cari genitori, oggi affronteremo un tema delicato ed importante: quello dell’inclusione scolastica.
Tale tema non deve essere considerato come un qualcosa che non ci tocca da vicino poiché noi tutti, nel corso della vita, possiamo attraversare momenti difficili, bui e che richiedono una certa assistenza.
Si tratta di momenti che necessitano di maggiore attenzione e sensibilità, situazioni delicate, dei veri e propri bisogni che si palesano non solo nel mondo degli adulti ma anche in quello dei più piccoli.
E i bambini hanno due punti di riferimento importanti: la famiglia e la scuola.
È proprio dalla scuola che voglio partire oggi, una scuola complessa chiamata a fronteggiare molteplici problematiche, una scuola aperta alla diversità e all’inclusione.
Eh si! Una scuola inclusiva, ma cosa vuol dire inclusiva?
Entriamo nel dettaglio…
Con il termine inclusione si intende un processo attraverso il quale la scuola si impegna a garantire un ambiente capace di rispondere alle diverse esigenze educative e in particolar modo ai bisogni speciali.
Molto spesso sentiamo nel contesto scolastico utilizzare la sigla BES e quando viene nominata si genera uno stato quasi di agitazione poiché oggi si tende ad etichettare, confinare situazioni e problemi e ad utilizzare le sigle, lettere che spesso spaventano, che ci portano a pensare a delle patologie.
Ma manteniamo la calma, sappiamo comprendere davvero cosa significa questa dicitura e a chi si rivolge?
Bes è un acronimo che sta ad indicare un bisogno educativo speciale, è stato introdotto per garantire una personalizzazione dell’apprendimento al fine di ottenere il massimo successo e rendimento scolastico per ogni bambino.
La cosa che bisogna sin da subito chiarire è che ogni alunno può manifestare dei Bisogni Speciali e i motivi possono essere molteplici:
- Fisici
- Biologici
- Fisiologici
- Psicologici
- Sociali
In ogni classe esistono bambini che richiedono particolare attenzione!
BES – quali bisogni sono
I Bisogni Educativi Speciali sono stati suddivisi in tre grandi aree:
- Disabilità
- Disturbi evolutivi specifici: disturbi specifici dell’apprendimento, deficit del linguaggio, dell’attenzione e concentrazione, iperattività, lieve ritardo mentale, sindrome di Asperger e altri deficit o disturbi. Problematiche che non rientrano nella legge 104/92.
- Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale
Come si può notare le aree sono ampie e riguardano problematiche diverse tra loro. Sono situazioni che richiedono maggiore attenzione da parte delle istituzioni scolastiche le quali, si pongono in un’ottica di collaborazione con famiglie e professionisti chiamati in causa in un processo volto all’ascolto e all’aiuto.
Quali sono gli scopi da perseguire in un contesto scolastico?
- Progettare interventi educativi in base alle singole caratteristiche dei soggetti per il maggior successo scolastico;
- Promuovere le diversità e le potenzialità di ognuno;
- Garantire l’istruzione
- Garantire il successo scolastico con misure didattiche di supporto
- Adottare valutazioni adeguate
- Assicurare eguali opportunità
Intervenire, come
Mentre le strategie di intervento sono:
- Elaborare un percorso personalizzato tramite il Piano Didattico Personalizzato in quanto strumento di lavoro in itinere
- Le scuole, dopo valutazione psicopedagogica e didattica, possono avvalersi di strumenti e misure compensativi come da legge 170/2010.
La scuola deve quindi garantire una didattica inclusiva, capace di integrare metodologie educative volte allo sviluppo di alcune competenze quali:
- Motivazione
- Autonomia
- Fiducia di sé
- Metodo di studio
- Uso di strumenti alternativi e di supporto all’apprendimento
Come abbiamo visto il tema dell’inclusione è un tema delicato, vasto e che include diverse tipologie di bisogni.
L’uomo è chiamato ad affrontare, nel corso della vita, situazioni diverse e complesse; alcune saranno gioiose e ci lasceranno ricordi bellissimi, altre meno piacevoli ma tutte le esperienze ci permettono di costruire la nostra personalità, il nostro essere.
È per questo che non bisogna etichettare una situazione di malessere, un bisogno, non occorre prendere le distanze dalle situazioni difficili della vita ma è necessario “ABBRACCIARE” le difficoltà e tramutarle in punti di forza!
Proprio così, un problema può farci diventare degli esseri invincibili, dei piccoli supereroi.
Noi adulti abbiamo il dovere di aiutare i più piccoli nelle difficoltà, dobbiamo trasmettere l’idea che si, esistono momenti difficili, che la vita non è solo in discesa ma anche salita, una salita che se percorsa insieme è meno ripida e la vetta sarà il nostro successo.
La scuola, in quanto agenzia formativa, ha il compito di garantire un aiuto concreto dal punto di vista didattico ed educativo, deve essere un’area di sosta in quella salita dura e faticosa.
Si delinea così una scuola che ha il compito di affrontare diverse tipologie di difficoltà, sfide educative complesse che richiedono attenzione e preparazione.
Per tutti questi motivi, mi auguro che nelle scuole possano essere predisposti degli sportelli psico-pedagogici al fine di accogliere, integrare ed aiutare materialmente nella stesura, elaborazione e messa in atto di programmazioni individualizzate e personalizzate.
È importante fondare le basi per una scuola aperta alla diversità, all’accoglienza, alla comprensione e alla condivisione poiché i nostri figli saranno gli adulti di domani, adulti forti e preparati, pronti ad aiutare e a comprendere che esistono le difficoltà e che possono essere affrontate, adulti capaci di superare le vette sempre più alte.
D.ssa Saccucci
Pedagogista Familiare