Cara Dottoressa,
il nostro bambino di cinque anni, Pietro, ha paura del buio. Quando siamo a casa fa di tutto per essere accompagnato nelle varie stanze e accende sempre tutte le luci. Il papà lo sgrida, non accetta il fatto abbia così tanta paura e spesso gli dice che è un fifone o peggio ancora una femminuccia. Spesso lo manda in camera sua da solo, Pietro obbedisce, ma piange moltissimo. Io non sono d’accordo con questo approccio così rigido, lei cosa consiglia?
Mamma Paola
Tutti i bambini, nelle varie fasi della loro crescita, sviluppano qualche paura: il buio, i mostri, la strega, l’uomo nero, il lupo cattivo e chi più ne ha, più ne metta.
Ma cosa sono queste paure?
Le paure sono emozioni. I bambini le provano perché si sentono indifesi e conoscono ancora poco del mondo che li circonda. Per questo molte sono transitorie, mutevoli e gestibili. Sono le cosiddette paure sane, quelle che si superano con la crescita.
Rispondere “Non ti preoccupare, c’è la mamma qui”, oppure “Stai tranquillo, non succede nulla nel buio”, non serve a nulla.
Altre volte ci capita di dire: “Cerca di fare il bambino grande!”, “Non piangere!”, “Basta, non continuare a lamentarti!”. Queste espressioni però bloccano i sentimenti e non danno il tempo ai bambini di ascoltare le loro emozioni e di prendersene cura. Liquidare subito la paura non significa aiutarli a superarla.
E allora cosa possiamo fare per aiutarli a superarle?
Nei momenti di paura è importante che il bambino avverta la vicinanza dei genitori. Un genitore che si pone in ascolto del figlio, compie il primo passo per aiutarlo a riconoscerla, affrontarla e gestirla. Piuttosto che dire frasi del tipo “Ma guarda non c’è nessun mostro!”, “ Dai sei grande ormai”, è bene dire frasi del tipo “Lo vedo che hai tanta paura”, “Mamma mia, certo che è proprio brutto questo mostro!”.
Ascolto non giudicante, empatia e accoglienza sono possibili chiavi per aiutare il piccolo a superare i suoi timori, a non sentirsi solo e anche a non sentirsi sbagliato. Il bambino deve sentire che quello che sta provando è valido, e capire come si può uscire da quella emozione negativa. Deve sentire di poter raccontare e condividere la sua paura perché siamo pronti a stargli a fianco e a proteggerlo. È questo che gli permetterà di superare la paura stessa.
Cara mamma Paola,
parli con suo marito e lo aiuti a comprendere che sarebbe meglio non facesse sentire vostro figlio un fifone. Né tantomeno che lo obbligasse ad andare in camera sua da solo. Pietro così proverà solo un forte senso di colpa e si sentirà solo e abbandonato di fronte a un pericolo di cui lui stesso non conosce la natura. Perché ciò che spaventa il bambino non sta fuori di lui, nel buio, bensì dentro di lui, ovvero nel percepirsi ancora fragile e incapace di affrontare alcuni ostacoli che la vita gli mette di fronte.
Un caro saluto
Dott.ssa Erica Petrucciani, pedagogista
A proposito di paure, mamme…siete tutte invitate a questa conferenza (GRATUITA) per bambini.
I vostri bimbi potranno divertirsi e imparare col gioco a vincere le loro paure, voi potrete aver modo di interagire con loro in attività dedicate e potrete anche avere modo di parlare con esperti in materia che vi aiuteranno a capire come approcciare questi “piccoli, grandi problemi”.
Sabato 28 ottobre a Baranzate (MI) Ore 10-17
Eta: bambini dai 5 ai 10 anni